L’importanza di informare tempestivamente il proprio Avvocato

E’ sicuramente utile ricordare, in premessa, la necessità di informare prima possibile il proprio legale sugli elementi della causa e fornire tempestivamente tutti i documenti in proprio possesso. Sembra banale, ma in certi casi un piccolo accorgimento di buon senso come questo può fare la differenza per il cliente e il risultato della causa.

 

Per spiegare questo assunto, intendiamo proporre un esempio pratico che ci siamo trovati a vivere come Studio Luppino. L’oggetto della causa in questione era un contratto di appalto di servizi per la progettazione edile e la direzione dei lavori corrispondenti.

 

La parte Committente aveva convenuto la Società appaltatrice innanzi al Tribunale chiedendo l’accertamento dell’inadempimento di quest’ultima al contratto e, conseguentemente, la restituzione del compenso versato. La Società appaltatrice, convenuta in giudizio e difesa dallo Studio Luppino,  aveva fornito nella causa argomenti e documenti diversi da quelli prodotti in atti dalla parte Committente ed aveva formulato una domanda riconvenzionale al fine di ottenere la condanna della Committente al pagamento  dei compensi dovuti  per ulteriori attività svolte in suo favore. 

A causa della mancanza di informazione e di documenti rispetto alle deduzioni proposte dalla Società appaltatrice, il Tribunale ha rigettato la domanda della Committente ed ha accolto la domanda riconvenzionale, condannando la Committente a pagare anche gli ulteriori compensi alla Società appaltatrice. 

La sentenza del Tribunale, in questo caso, si è fondata sulla circostanza che la Committente, nella prima memoria successiva alla costituzione della Società appaltatrice, non ha contestato specificamente le eccezioni e le domande riconvenzionali formulate dalla controparte e il Giudice non ha potuto far altro che dichiarare non contestati i fatti dedotti dalla Società convenuta, ai sensi dell’art. 115 c.p.c.

Pertanto, nonostante la successiva impugnazione in grado di appello, la Committente ha definitivamente perso la possibilità di ottenere un risultato positivo  perché il giudice del grado superiore (Corte d’Appello) ha confermato la sentenza di primo grado, rigettando l’impugnazione.

In proposito, la Corte d’Appello ha ricordato che il principio di non contestazione, ricavato dall’art. 115 c.p.c., obbliga il soggetto in causa a contestare quanto dedotto dall’altro entro la prima difesa utile, cioè la prima udienza o memoria immediatamente successiva a quella in cui è stato dedotto il fatto da contestare. Inoltre, la Corte d’Appello ha precisato che la contestazione deve essere puntuale e dettagliata e, quindi, non può essere implicita o consistere in formule generiche. Tale orientamento è condiviso e costante anche per la Corte di Cassazione, così, nel caso prospettato, il Giudice di secondo grado ha confermato l’irrilevanza di una contestazione tardiva.